domenica 6 novembre 2011

Lacrime di un cielo ormai stanco



Un vento gelido di tramontana sferza le onde 
rendendole docili al suo passaggio.
Come un domatore esperto le accompagna nelle loro evoluzioni 
fino a lasciarle lì,
a confondersi in questo immenso mare.

Illusoriamente immote nel loro eterno movimento.
Nubi scure si alternano 
specchiandosi in un mare ormai senza riflesso.
Presagio di pioggia.
Acqua che cade dritta dal cielo

a bagnare una terra che la brama da tempo.

Un uomo,
essere piccolo in tutto questo immenso,
trova rifugio e riparo dal
vento.
Con il corpo scosso da brividi, osserva attonito,
ormai vinto dal freddo.
Sguardo fisso e già perso.

Pioggia che scende pesante, incurante 

di un vento troppo leggero 
per riuscire a domare o semplicemente a deviare.
Acqua in caduta libera,
lacrime di un cielo ormai stanco.

Fuori dalla finestra la marea si alza,
il buio avanza,
isolando così quel suo piccolo angolo di mondo.


"Dolcenera"
Fabrizio De Andrè


A Genova, 
ferita 
ma pronta a rialzarsi.

5 commenti:

  1. Poesia.
    Non aggiungerei altro, ma qui, ogni immagine mostra un luogo dell'animo diverso.
    Un post che si chiude tra le mani, per custodirlo...

    RispondiElimina
  2. Più che toccante!
    La descrizione di un pezzo di mondo, di realtà, in un definito intervallo di tempo che ha stancato e addolorato tutti, compreso il cielo!
    Brava e grazie!!!

    RispondiElimina
  3. La vera poesia è capace di dolersi, indignarsi, lottare. la poesia civile non è mai sentimentalismo, ma sentimento della realtà. Grazie Chiara per i tuoi versi.

    RispondiElimina
  4. hanno già detto tutto gli altri e certamente meglio di me. io ti rileggo, mentre gli occhi si velano...
    Grazie per aver scritto così profondamente quello che io riesco solo a condividere, tra le lacrime...

    RispondiElimina
  5. ciao Chiara, ti sono vicina in questo pensiero straziato dal dolore...povera Terra degli uomini...cosi' in balia di tutto...:( un abbraccio!

    RispondiElimina